Un week-end di fine aprile nel Salento

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Sono qui a raccontare un breve viaggio in Puglia, e precisamente nella Puglia Salentina, intrapreso in un week-end dello scorso mese di aprile. Assieme alla mia famiglia infatti, ero stato invitato ad un matrimonio al Petraria Green Village di Cannole, il paese divenuto famoso per la ormai nota Sagra della Municeddha, una festa popolare in cui si degustano prodotti tipici del Salento, tra cui appunto le lumache (denominate municeddhe) e negramaro, il tutto accompagnato dal ritmo della pizzica, danza e musica folkloristica tipica salentina.

Devo dire che già la location in cui si è svolto il matrimonio è stato davvero gradevole. Questa struttura infatti nasce a Cannole all’interno del Parco Naturale di Torcito, un’area verde di oltre 200 ettari che vanta tra l’altro esemplari faunistici unici al mondo.

Tuttavia tutto questo non poteva bastarmi. Sapevo benissimo che non era questo tutto ciò che potevo ammirare nella “Terra dei 2 Mari”, e così, avendo ancora un giorno a disposizione ho deciso di intraprendere un giro panoramico per vedere il mare e ho proseguito verso Otranto che da Cannole dista appena 5 Km.

La cosa che più mi ha colpito durante il tragitto sono stati queste enormi distese di verde, che nel mese di marzo si colorano in modo davvero molto vivace. Le campagne salentine, già note per il verde dei propri ulivi, molto spesso si caratterizzano in questo mese dell’anno per i papaveri che crescono spontanei ai piedi dell’ulivo e che molto spesso formano un mantello rosso.

Dal punto di vista personale ho apprezzato molto il fatto che non vi fosse il caos e l’affollamento tipico del periodo di agosto e questo dimostra il fatto che è possibile trascorrere nel Salento vacanze piacevoli anche per periodi relativamente brevi, come un week-end. Tra l’altro il clima sempre mite e il sole quasi sempre presente, rendono questa zona molto godibile per gran parte dell’anno.

Arrivato a Otranto non è stato difficile trovare parcheggio vicino al centro di Otranto, e appena sceso dalla macchina la primissima sensazione piacevole che ho avuto è stato il profumo intenso del mare (e per chi lo ama come me, è davvero difficile descrivere cosa si prova).

La particolarità di questa cittadina è che il centro del paese, la villa comunale, è affacciata sulla spiaggia, da cui dista meno di 10 metri. Inoltre percorrendo le stradine strette e tortuose che caratterizzano il centro storico, si sale su fin sopra ai bastioni, in un punto panoramico particolarmente spettacolare perché permette di ammirare lo splendido Castello Aragonese costruito nel XV secolo dagli spagnoli per proteggere la città dalle incursioni dei Turchi.

Inoltre, essendo questo uno dei punti più alti che sovrastano il mare, si può contemplare in tutto il suo splendore la magnifica baia di Otranto e il colore delle sue acque, che variano molto a seconda dei punti, ma che di sicuro diventa trasparente nei primi metri di distanza dal bagnasciuga.

Un altro fatto molto strano che mi ha colpito abbastanza è stato il fatto che nonostante fossimo solo nel mese di marzo e che il turismo in questo periodo sia molto meno fiorente rispetto al periodo che va da giugno a settembre, vi fossero molte botteghe artigiane del centro storico aperte e anche molti ristoranti, e così verso pranzo decidemmo di fermarci a mangiare all’ Acmè Pascià, un ristorantino a base di pesce ,affacciato sul mare, che guarda caso prende il nome da un condottiero turco.

Subito dopo il caffè, preso in uno dei bar della villa comunale, seduti sulle poltroncine e baciati dal tiepido sole, decidiamo di continuare il nostro giro lungo la litoranea.

Proseguendo in direzione dei laghi Alimini, quasi 10 chilometri di incantevoli spiagge, a ridosso delle quali si stagliano fitte pinete che nei mesi d’estate sono certo che regaleranno una piacevolissima frescura, capiamo perfettamente per quale motivo la formula “villaggi Salento” è la più scelta dai turisti che trascorrono le proprie vacanze qui. Sono numerosi infatti hotel e villaggi turistici direttamente affacciati sul mare, attrezzati e abbastanza curati anche esteticamente che costellano queste zone, pur non alterando la natura del luogo.

Terminato il giro perlustrativo di questa zona, che sinceramente ci ha lasciati appagati, decidiamo di dirigerci verso il faro di Punta Palascìa, il punto più a est d’Italia, dove il sole sorge sempre per prima.

La strada litoranea che porta ad essa è stretta e aggiungerei anche pericolosa, spesso percorsa da numerosi centauri in moto, ma permette di ammirare un mare cristallino come pochi in Italia. Qui però la costa cessa di essere sabbiosa e cede il posto a robuste scogliere.

Il faro di Punta Palascìa, che ormai dovrebbe essere divenuto un museo impone quasi un religioso silenzio, il tempo di scattare qualche foto (da lì inoltre si può benissimo ammirare l’Orte) e di pensare al rammarico di non aver più abbastanza tempo per proseguire il viaggio alla scoperta del Salento.

Rimane solo la sera infatti e l’indomani mattina è già tempo di tornare alla fredda vita di tutti i giorni in città.

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