Viaggio in Ecuador nella città di Quito

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QUITO

Viaggio alla scoperta di Quito, capitale della Repubblica dell”Ecuador, il cui centro storico, fra strette viuzze, maestose chiese barocche e sontuosi palazzi rappresenta un gioiello di architettura coloniale, tanto da essere dichiarata dall”Unesco, nel 1978, Patrimonio Culturale dell”Umanità.

L”arrivo nella capitale in aereo offre immagini inusuali: innanzitutto una nuvolosità diffusa che a tratti lascia intravedere i verdi altipiani contornati dalle alte vette andine.
Quito, infatti, è adagiata in una conca posta sugli altipiani settentrionali, a oltre 2800 metri di altezza sul livello del mare, e sembra quasi che la città si stringa in se stessa, soffocata dalla irruente e talvolta rumorosa presenza del vulcano Guagua Pichincha, posto a poca distanza.
L”emozione è superata dallo stupore: l”aereo scende a quote bassissime, tanto che si possono distinguere gli edifici ed i panni stesi ad asciugare sui tetti dei medesimi. La discesa prosegue, costeggiando lo stadio e in pochi secondi si atterra all”aeroporto Mariscal Sucre (uno degli eroi dell”indipendenza), posto a pochi metri dall”agglomerato urbano.
La città di Quito giace allungata nella stretta vallata: il centro storico a nord, aggrappato alle pendici della cordigliera occidentale e la parte nuova nella zona meridionale, in direzione dell”aeroporto.

Il primo, nucleo originario della città fondata nel 1534 da Sebastián de Benalcàzar sulle rovine incaiche, rappresenta l”attrattiva principale. Ovunque sono ben visibili i tratti coloniali: dal monastero di San Francisco (la chiesa più antica del paese, risalente all”epoca della fondazione), alla chiesa di Santo Domingo, dalla armoniosa piazza dell”indipendenza con la maestosa cattedrale ed il palazzo del governo dove stazionano diversi ragazzi indigeni che si offrono come lustrascarpe e molti pensionati commentando la vita del paese, al Panecillo (o Yavirac), ossia la collina dalla cui sommità domina la statua della Vergine alata di Quito, simbolo della città; inoltre è consigliabile una visita alla Casa della Cultura, dove ha sede il Museo del Banco Central, le cui sezioni archeologica e musicale sono estremamente interessanti, al Museo municipale, ex ospedale di epoca coloniale, che ripercorre la storia della città dalla fondazione ad oggi nonchè al mercato di Ipiales, dove si trova di tutto, compresa una varietà non indifferente di frutta, proveniente dalle ricche campagne circostanti.
La città nuova, protesa verso l”altipiano settentrionale, è invece caratterizzata dalla vivace avenida Amazonas, con ampi marciapiedi dove si affacciano locali notturni, alberghi, ristoranti, Internet cafè e negozi di ogni tipo e, nella parte più settentrionale, dal parco La Carolina, il polmone verde cittadino.

Gli spostamenti sono agevolati dall”efficiente e pulita filovia (Trole) che attraversa la città dall”aeroporto alle periferie nord; essa risolve i problemi di un traffico congestionato, data la conformazione stretta ed allungata della città: un esempio per le metropoli occidentali.
La città gode di un costante clima primaverile, pertanto si presta a piacevoli camminate, che è opportuno affrontare con calma; l”arrivo ai 2800 metri d”altezza comporta cerchi alla testa e stanchezza (il c.d. "soroche") da non sottovalutare.
Consigliabile dormirci su (il sonno favorisce un adattamento graduale), bere molta acqua, assumere sostanze salate e proteiche e, all”occorrenza, prendere una aspirina.

La gente parla un castigliano con cadenza rilassata, marcando molto le s ed arrotando le r. Il tono cantilenante è rappresentativo di una indole estremamente rilassata dei quiteñi, come se fosse la città, sotto il peso dei secoli, a dettare stancamente il ritmo delle conversazioni.
Molti sconsigliano di girare soli di sera per le vie del centro storico. La massiccia presenza di forze dell”ordine durante il giorno effettivamente fa riflettere, ma non ho esperienza diretta di episodi spiacevoli.

A una ventina di chilometri a nord della capitale si arriva alla Mitad del Mundo. E” un complesso monumentale posto nel comune di San Antonio de Pichincha, in corrispondenza della linea equinoziale.
Il monumento vero e proprio è costituito da una torre di 30 metri d”altezza alla cui sommità dà mostra di sè un maestoso globo di ottone raffigurante la terra. All”interno della torre è ospitato un interessantissimo museo etnografico. Nell”area annessa vi è anche un osservatorio astronomico e un plastico che riproduce la Quito coloniale, oltre ad un centro telefonico, un ufficio postale, diversi ristoranti e negozi per turisti.
Nella cittadina di San Antonio, a poca distanza dal complesso, è possibile visitare un bel museo solare.
L”area è agevolmente raggiungibile dalla capitale in meno di un”ora con uno dei frequentissimi autobus che già di prima mattina partono dal centro della città.

In cima a un colle poco distante dal monumento sull”equatore si trovano le rovine precolombiane di Rumicucho; tale collina fu eretta dalla popolazione locale creando intorno ad essa un profondo canalone in modo tale che rimanesse isolata e pertanto scoraggiasse le incursioni nemiche.
In cima si trovano gli esigui resti di un edificio che in epoca passata ebbe funzione di calendario solare che indicava l”alternarsi delle stagioni. Poco vi è rimasto, ad eccezione di una ben conservata muraglia che delimita il cosiddetto corridoio del sole, la cui parte d”accesso, riconoscibile perchè ampia e ad imbuto, coincideva perfettamente col punto dell”orizzonte in cui sorgeva l”astro, circa 10.000 anni fa, nel giorno del solstizio d”estate.
Il panorama circostante è arricchito dalla presenza del vulcano Cayambe e, nella direzione opposta, da due montagne che, sarà l”aria magica che vi si respira, sembrano due giganteschi elefanti protesi l”uno verso l”altro.

Nelle vicinanze si trova anche la riserva di Pululahua, ossia una fertile pianura situata in un luogo anomalo: l”ampio cratere di un vulcano spento, alla ragguardevole altezza di 2900 slm; la piana, che ospita una comunità agricola molto laboriosa, gode di condizioni ambientali peculiari, tanto che si può ben parlare di un ambiente caratterizzato da un microclima unico nel suo genere.

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