YUNNAN: in viaggio nel “luogo a sud delle nuvole colorate”

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Immagine degli altipiani dell'Himalaya - ilViaggio.it
C’è un lembo di terra nella Cina sud orientale, che si fonde con il Laos, la Birmania, il Vietnam e il Tibet: una terra ancora poco conosciuta, che rifugge dal turismo di massa, riservata nelle sue tradizioni, tranquilla nei suoi costumi.

Incredibile Yunnan: un paradiso fatto di varietà, dove una giungla attraversata dal leggendario fiume Mekong incontra suggestive risaie a terrazza, che riflettono i colori dell’alba e del tramonto; dove antiche città di lanterne di carta rossa si perdono in altipiani himalayani, pervasi dall’aria mistica del buddhismo tibetano.

Tra scenografiche risaie a terrazza che si insinuano in antichi villaggi abbarbicati su colline, dove bufali d’acqua accompagnano lenti il ritmo degli Hani, una delle 52 minoranze etniche presenti in questa regione, il viaggiatore si ritrova piacevolmente perduto in una cina sconosciuta. Le coltivazioni che si estendono a perdifiato sono terreno fertile per scatti fotografici stupendi, mentre le visite ai mercati locali, ancora cosi veri e vivi, danno la possibilità di entrare in contatto con le tribù autoctone e conoscere le donne che avvolte in vesti e ricoperte di gioielli dal simbolismo ancestrale, vendono raccolti e creazioni uniche.
Le tribù Miao, altra minoranza etnica sono un’ulteriore piacevole scoperta di questa regione. Generalmente insidiati in zone collinose, dove valli lussureggianti incontrano floride cascate, i Miao arricchiscono il paesaggio cinese con piantagioni di tè, cotone e tabacco. Proprietaria di una lingua a se stante, ogni tribù è distinta da diversi colorati abiti. Unica caratteristica comune sono i fantastici gioielli in argento indossati dalle donne Miao, principalmente contraddistinti dal spirale, simbolo di fertilità e di vita eterna.
Collezionisti e apprezzatori di tutto il mondo cercano di diventarne proprietari. E proprio da queste culture nascono anche in Italia, brand dedicati ed ispirati a quella filosofia di vita, tra vari negozi online ed idee nel campo della moda, citiamo il brand Miran, un progetto che si propone di fondere la moda con lo slow travel, facendo nascere collezioni di accessori come gioielli, bracciali ed abiti unici nel loro genere.

Lo Yunnan ha fama di essere la regione in cui la vecchia Cina giace sicura al riparo dall’operazione di ammodernamento che il governo cinese sta attuando.
Esistono cittadine come Dali (di cui vedete un’immagine qui sotto), che all’interno di antiche mura conserva rare case tradizionali in vicoli di ciotoli grigi e giace placida sulle sponde di un lago, in un suggestivo paesaggio montano. Ultimo rifugio di elite di hippie, che nostalgici passeggiano nei suoi vicoli centrali, dove negozi dell’etnia Bai si affiancano ad una serie infinita di ristorantini tipici e locali serali. Tra un piatto di noodle e un hamburger, tra una melodia tradizionale e un karaoke moderno, spuntano i primi “Yak Butter Tea Coffee” e l’avvolgente atmosfera del vicino Tibet inizia a farsi sentire.
città di Dali nello Yunnan - ilViaggio.it

I famosi batik a stampa blue e bianca rinomati in tutta la Cina e venduti nelle grandi città come Shanghai vengono segretamente qui prodotti in questa regione, sempre e solo da minoranze etniche.
Lo Yunnan vanta inoltre siti patrimonio dell’UNESCO poco conosciuti dal turismo mondiale, come l’imperdibile città di Lijiang. Un tuffo nel passato, una località che pare immobile nel tempo, Lijian è un unico labirinto di vicoli acciottolati, case tradizionali in legno e canali gorgoglianti. Dalla piazza del vecchio mercato, dove si radunano le donne Naxi per vendere gioielli tribali e scialli ricamati a mano, si diramano una serie infinita di piccole vie caratteristiche, dove si nascondono guesthouse dallo spirito bohemmien, piccole taverne tipiche e botteghe artigianali.
vista dai tetti della città di lijiang - ilViaggio.it

Nel tranquillo Yunnan, il magico spettacolo delle candele accese e poste a galleggiare sull’acqua, assume un aspetto fiabesco quando, seguendo il flusso del fiume che attraversa la città, di notte le fiammelle illuminano i visi dei viandanti con benedizioni di fortuna.
E’ in questa incredibile area che ha sede il villaggio di Baisha, situato in una pianura a nord di Lijian, dove tra antichi templi e strade di fango abita il leggendario dottor Ho, un medico taoista conosciuto in tutto il Paese che gestisce la famosa “clinica delle erbe cinesi del monte di neve del drago di giada”. Centro di scuole di ricamo e di pittura cinese dalle particolari tecniche introvabili nel resto del paese, questa regione ospita una delle poche etnie che ancora scrive utilizzando un alfabeto pittografico.

Lo Yunnan non smette di stupire: tra valli scenografiche, ripide gole, picchi innevati, acque scintillanti, spunta l’epica Shangri-la, tra mito e leggenda. Un piccolo Tibet, fatto di templi, stupa bianchi, tessuti dai colori accesi, Mm mani padme hum che scorrono in sottofondo e incesi al sandalo. La tranquillità è spiazzante in questo luogo, dove i black out sono ormai abitudine giornaliera, dove comunità di esiliati tibetani convivono pacificamente con minoranze cinesi e inesplicabili presenze occidentali.
A un altitudine di quasi 4000m, la vita per i viaggiatori scorre obbligatoriamente lenta, al ritmo delle preghiere tibetane. Tutt’intorno, le distese degli altipiani himalayani, popolate da piccoli villaggi di comunità tibetane esiliate e cavalli liberi.

Mai come in questa piccola località cosi lontana dal mondo, all’ora del tramonto, l’incredibile varietà dello Yunnan (sulla pagina dedicata di Wikipedia trovate informazioni geografiche e sulla storia di questi luoghi https://it.wikipedia.org/wiki/Yunnan), si mostra nella sua magica bellezza. Le tribù scendono in strada e danno il via alle danze tradizionali.
In cerchio, mano nella mano, tibetani, miao, naxi, occidentali danzano goffamente a ritmo di melodie mai dimenticate.

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